Pensioni come cambieranno simulazione infografica dimostrativa

Punto focale in questi giorni, al centro dell’attenzione generale, sono le misure adottate dal Governo, nonostante i sindacati non siano affatto soddisfatti su alcuni punti,  sul tema previdenziale, certamente non si può dire che siano il massimo per chi dovrebbe accedere alla pensione ma secondo il premier Renzi: ‘Noi diamo la possibilità di uscire senza impattare troppo sui conti a chi dopo 40 anni vuole fare la nonna o il nonno, con una leggera penalizzazione. Non buttiamo fuori nessuno. Diamo più soldi a chi ha pensioni da fame. Si parla di un aumento per chi ha una pensione sotto i mille euro, un aumento che va dai 30 ai 50 euro mensili’; non c’è che dire un aumento strepitoso per le pensioni minime, ma come ripetiamo da tempo, questo rappezzamento ha tutta l’aria del contentino per acquietare gli animi esacerbati dei cittadini, vediamo come le pensioni cambieranno con una simulazione infografica  dimostrativa rilevata dal quotidiano ‘La Stampa’.

COME CAMBIERANNO NEL FUTURO LE PENSIONI
In pensione finalmente? sì ma con l’APE!

 

Ape – prestito pensionistico – entrerà in vigore da maggio 2017, come dimostra l’iconografica e sarà articolata in Ape volontaria, sociale e per le imprese;  prevede una penalizzazione annua media del 4,5-4,6%%, anziché il 5-7% ipotizzato nelle scorse settimane, per effetto di una detrazione fiscale (50%) che consentirà di abbattere l’onere del prestito ponte che dovrà essere attivato con le banche tramite l’Inps. E, novità dell’ultima ora, potrà essere richiesta anche da chi rimane al lavoro, come integrazione al reddito.

Questa struttura di avvarrà di due anni di sperimentazione, in prima battuta per i nati nel 1951 e nel 1953, successivamente per i nati 1952-55, detti lavoratori potranno accedere alla pensione avendo 63 anni compiuti, quindi utilizzando i 3 anni e 7 mesi del prestito ponte; ma vediamo come si articola il prestito pensionistico: in 240 rate (20 anni) una volta maturati i requisiti per ottenere la pensione. Per un reddito netto di 1000 euro (vedere grafici sopra) la decurtazione oscilla dunque tra i 45 euro al mese nel caso l’anticipo sia di un solo anno ed i 161 euro per chi lascia a 63 anni. Poi si sale progressivamente sino ad una decurtazione di 157-564 euro per chi guadagna 3500 euro. Questo come minimo, perché è immaginabile che ai redditi più alti venga corrisposta una minore detrazione fiscale. Gli interessati dovranno quindi fare bene i conti e considerare anche che con tre anni di minori versamenti la pensione finale sarà più bassa di circa l’8% (visto il montante contributivo più basso) e che si perdono pure tre anni di accantonamenti di Tfr.

Facendo una retromarcia il Governo ha dettato le nuove regole per i requisiti contributivi per utilizzare l’Ape Sociale, l’accordo con i sindacati erano 20 anni di contributi ora invece sono saliti a dismisura imponendo almeno 30 nel caso il lavoratore si trovi in cassintegrazione e 36 in tutti gli altri casi; ragion per cui i sindacati sono infuriato contro il Governo; Susanna Camusso, leader della Cgil ha tuonato: ‘Ha cambiato le carte in tavola e all’ultimo ha introdotto criteri per escludere le persone’, mentre Domnenico Proietti, segretario generale della Uil, ha precisato: ‘la platea va ampliata abbassando gli anni di contributi richiesti ed alzando la soglia di reddito, altrimenti si rischia di compromettere il buon lavoro fatto’, risposta secca, decisa e netta dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: ‘Bisogna tenere in equilibrio una serie di elementi, ma siamo già molto vicini a quanto ipotizzato in partenza.’

Quattordicesima:  un aumento da 100 a 150 euro annui vanno a chi già la riceveva, unica condizione che il vitalizio non superi i 1000 euro mensili, mentre da 366 a 420 euro per chi la percepirà la prima volta a luglio 2017 in totale i beneficiarti sono 3,3 milioni di pensionati.

Ricongiunzioni gratuite:  si potranno cumulare gratuitamente i contributi maturati su diverse assicurazione, aggiungendo anche i periodi di laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate; questa norma vale per tutte le gestioni che rientrano sotto l’ombrello dell’Inps mentre non riguarda le asse private  mentre per chi ha svolto lavori usuranti sarà concessa la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione da 12 a 18 mesi in rapporto alla struttura normativa agevolata.

Precoci: qui si riporta integralmente uno stralcio dell’articolo apparso sulla Stampa: ‘Sciolto anche il nodo dei lavoratori precoci, ovvero tutti quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età. In base all’intesa raggiunta da governo e sindacati questa fascia di lavoratori potrà accedere alla pensione con 41 anni di contributi. Bisognerà però avere gli stessi requisiti previsti per l’accesso all’Ape social, ovvero essere disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili o rientrare nelle categorie dei lavori faticosi (edili, maestre d’asilo, infermieri macchinisti, ecc.) e soprattutto avere versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni. A favore dei precoci saranno eliminate le penalizzazioni sul trattamento pensionistico previste per coloro che escono prima dei 62 anni che sarebbero dovute tornare in vigore nel 2019′.

Come cambieranno le pensioni nel proseguo
SIMULAZIONE INFOGRAFICA PENSIONI

Fonte: LaSampa

Precedente Legge Stabilità 2017 riforma pensioni incoerenze macroscopiche Successivo Opzione Donna Franca Biondelli rassicura monitoraggio brevi tempi